Douglas Mcgregor: "Israele va verso un suicidio di massa."
Il mancato intervento americano aumenta i rischi per Israele
Il colonnello Douglas Macgregor affronta la situazione attuale in Medio Oriente e il ruolo degli Stati Uniti in una intervista rilasciata venerdì 10 Novembre scorso al podcast "Stake for Breakfast".
Il colonello afferma che la regione del Medio Oriente è stata nei decenni passati un terreno fertile per dispute politiche, tensioni etniche e conflitti armati e che negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito a una crescente capacità e determinazione da parte di alcuni stati della regione nell'affrontare le questioni geopolitiche e i loro rivali. Tra questi stati, il presidente Erdogan della Turchia ha dimostrato di essere un attore di rilievo nella scena internazionale.
Recentemente, osserva Mcgregor, ha avuto un incontro con il leader dell'Iran, il che dimostra ancora di più l'importanza che questi stati stanno assumendo. La crescente tecnologia a disposizione di questi stati, insieme alla loro migliore organizzazione e leadership, li rende potenziali avversari pericolosi contro i quali Israele dovrà fare i conti. Gli israeliani non possono più agire impunemente contro avversari svantaggiati come in passato, fa notare il colonello. Questa è una situazione estremamente pericolosa e, secondo Mcgregor, richiede un intervento deciso da parte degli Stati Uniti per salvare Israele da sé stesso.
Sfortunatamente Douglas afferma ce, gli Stati Uniti, sembrano non fare nulla per affrontare questa crescente minaccia nella regione. Nonostante le loro dichiarazioni pubbliche, sembrano inadeguati nel comprendere la gravità della situazione e nel prendere misure adeguate annota il militare. Hanno essenzialmente aperto la porta per permettere ai leader come Netanyahu di agire senza restrizioni, portando a conseguenze potenzialmente disastrose.
Mcgregor fa riferimento alla storia e alla diplomazia del passato, suggerendo che ci offre una guida su come affrontare situazioni simili. Ad esempio, l'ex presidente Nixon in passato ha dimostrato come è possibile esercitare una seria pressione su Israele, minacciando di ritirare le forze e sospendere gli aiuti.
Questo tipo di azione attirerebbe inevitabilmente l'attenzione di Netanyahu e lo costringerebbe a riconsiderare le sue azioni. Le conseguenze di un'inerzia continua del presidente Biden potrebbero essere disastrose. Potremmo trovarci in una situazione simile a una guerra regionale in Medio Oriente, con gravi conseguenze per Israele, per la regione e anche per gli interessi degli Stati Uniti dice Mcgregor. Gli iraniani e i turchi, ad esempio, potrebbero causare danni significativi, compresi quelli alle nostre forze in mare. La chiusura dello Stretto di Hormuz da parte degli iraniani e del Canale di Suez da parte dell'Egitto sarebbe un duro colpo all'economia globale, con il prezzo del petrolio che potrebbe raggiungere cifre catastrofiche, aggiunge preoccupato il colonello.
Inoltre, la posizione finanziaria degli Stati Uniti è già precaria, con un pagamento per il servizio del debito che supera il trilione di dollari all'anno è un dato estremamente preoccupante, e combinato con il danno al settore energetico causato dalle politiche precedenti, potrebbe portare a una crisi finanziaria. Non possiamo permetterci di ignorare questa situazione.
In conclusione Mcgregor suggerisce che un intervento immediato per fermare Israele sarebbe urgente ma che, l'amministrazione Biden, avendo accumulato una serie di fallimenti catastrofici nell'affrontare le questioni critiche all'estero non sia mai stato realmente in grado di gestire il caos creatosi a causa delle sue stesse azioni.
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